martedì 4 giugno 2019

Madoff (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/02/2017 Qui - Un prodotto grottesco ed accattivante che risalta le vicende di uno dei personaggi più biechi della storia contemporanea, questo è Madoff, la miniserie andata in onda su Sky, che racconta la storia del celeberrimo truffatore dell'alta finanza Bernie Madoff, che a sua volta racconta la storia dell'ex broker e presidente del NASDAQ che nel 2009 fu condannato a 150 anni di reclusione per una gigantesca frode finanziaria, un banalissimo 'schema Ponzi', una truffa consistente nel ripagare fraudolentemente gli interessi su degli investimenti mai convertiti in azioni con i fondi derivanti dai nuovi investitori, dando l'impressione che ci sia la possibilità di svincolare in qualsiasi momento i capitali senza che in realtà ci sia la liquidità per farlo. Con Richard Dreyfuss (straordinario e irriconoscibile), nei panni del protagonista e Blythe Danner in quelli di sua moglie, il drama racconta la rapida ascesa e la brusca caduta dell'ex consulente d'investimento, così come le conseguenze delle sue azioni sulla sua famiglia, i soci e gli investitori. La miniserie (targata ABC del 2016) ha la capacità di impegnarsi ma soprattutto di approfondire la malsana concezione di business di Bernard Madoff. Oltre a focalizzarsi sul suo stile di vita, sulle sue angosce e sul suo essere un infallibile calcolatore, Madoff presenta, paradossalmente, un lato tremendamente kitsch, attraverso la strampalata interpretazione di un istrionico Richard Dreyfuss. Convincere il pubblico con un personaggio detestato, quasi odiato, è indicativo di come il celebre attore newyorkese (Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, Lo Squalo, American Graffiti), nonostante tutto, sia stato emotivamente coinvolto con questa interpretazione. La capacità di rimettersi in gioco nonostante l'attempata età in un prodotto televisivo, con un ruolo ed una tematica decisamente fuori dal comune, fortifica ancor di più il valore intrinseco della miniserie.

La salace ironia 'immessa' da Dreyfuss nell'interpretazione di Madoff, serve però unicamente per spiegare come la sua pseudo-simpatia e il suo apparente savoir faire, lo rendessero irresistibile agli occhi della collettività solamente per nascondere il suo bieco e malefico arrivismo, disprezzare un personaggio ma saperlo interpretare nella maniera più empatica possibile. Madoff non ha eccezionalità, l'andatura stilistica rievoca molti lavori televisivi, o cinematografici, già contemplati e tendenzialmente apprezzati. Risaltare solamente il protagonista contornandolo da personaggi semi-anonimi o che persistono solamente in funzione ad esso è la prerogativa principale della miniserie. In effetti, Madoff si impegna, almeno in parte, a mostrare l'aspetto umano e non umano di questo illusorio personaggio. Attraverso una sciatta e voluta scenografia, Madoff fa percorrere allo spettatore un vero e proprio 'tour edonistico' senza fine, con questo insostenibile broker che fa da 'capo-cordata'. Affarismo ed elusione sono gli unici due 'verbi' conosciuti da Bernard Madoff, ad affiancare però queste due malsane 'concezioni', persiste una distorta sensibilità da parte del protagonista, che clamorosamente, si contrappone col suo essere un contestabile patriarca. Lo spettatore dunque si ritroverà combattuto con questa grottesca rappresentazione e rimarrà con una domanda. Affezionarsi o vivere con morigerato livore il personaggio? Un interrogativo che verrà risolto solamente contemplando il 'percorso procedurale' di questa accattivante serie tv. Il mezzo televisivo perciò permette, nelle tre ore di visione, di indagare con più attenzione nelle dinamiche interpersonali di uno dei più grandi truffatori del secolo, offrendoci un ritratto al contempo umano e cinico che appassiona e conquista, giocando su diverse tonalità narrative. E l'efficace regia di Raymond De Felitta, sempre attenta in una spettacolarizzazione sobria di un crimine finanziario che ha toccato la vita di tante persone, e la maestosa interpretazione di Richard Dreyfuss (in un cast in stato di grazia) conquistano in pieno, facendo perdonare qualche scorciatoia narrativa. Voto: 6

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