mercoledì 8 maggio 2019

The Strain (2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 27/01/2016 Qui - The Strain è una serie televisiva statunitense di genere horror creata da Guillermo del Toro e Chuck Hogan, basata sulla trilogia di libri Nocturna, degli stessi del Toro e Hogan. La seconda stagione si è conclusa pochi giorni fa, più precisamente l'11 gennaio. Una delle serie horror più apprezzate degli ultimi anni, una serie molto diversa, sia stilisticamente che visivamente da altri, migliore di tanti altri del suo genere. La serie narra di un'epidemiologo che con il suo 'team' improvvisato di personaggi, incontrati per caso, cerca di sconfiggere e trovare una cura per un virus, una malattia, arcaica e letale, il vampirismo. A capo, un Signore del male, che ha in serbo per gli umani un progetto orribile, ma dimenticatevi i 'soliti' vampiri, questi sono i più letali, brutali, brutti, cattivi e spietati di sempre. Essendo questa la stagione di mezzo (la terza è già sicura), ha aperto le strade ad un finale ben più apocalittico e complicato delle aspettative. Se alla fine della prima stagione ci trovavamo di fronte all'alba della battaglia adesso ci ritroviamo in un vortice di situazioni rimaste a metà, con l'ansia mista ad attesa in aumento per la nuova stagione che si prospetta molto allettante. Anche nella seconda, come nella prima, The Strain, non ha mai tentato di atteggiarsi a qualcosa di più di quello che è, ovvero una serie horror con una bella premessa e un'esecuzione ritmata e truculenta. Una gioia per chi ama il genere e vuole semplicemente rilassarsi e divertirsi, seguendo una strada opposta a TWD per esempio, là dominano introspezione e domande morali, qui si dà la precedenza a inseguimenti, sangue, effetti speciali e colpi di pistola, sempre fondendo in maniera magistrale la mitologia classica dei vampiri con una variante moderna. Una perfetta sintesi tra vecchio e nuovo.
Li avevamo lasciati in fuga sullo sfondo di una New York piombata in un vero e proprio inferno in terra, ma in realtà Ephraim Goodweather (Corey Stoll) e la sua banda di 'ammazzavampiri' (tra cui Fet ovvero Kevin Durand e Dutch, Ruta Gedmintas) sono rimasti nella Grande Mela, ed è lì, asserragliati in casa di uno di loro a Brooklyn, che li ritroviamo all'inizio della prima puntata della seconda stagione. Il nuovo episodio, infatti, riprende esattamente dove si era conclusa la prima stagione, ma più spazio c'è al "terzo incomodo", ovvero l'esercito di vampiri guidati dagli Antichi che era stato brevemente introdotto al termine della scorsa serie. All'inizio un bel prologo dove con l'ausilio di alcuni flashback ci sono state presentate e/o approfondite le origini e le relazioni di alcuni personaggi. La nascita dello Strigoi originale, la storia del giovane Abraham Setrakian e poi successivamente di un misterioso ed enigmatico personaggio, il vampiro Quinlan, ma anche l'incontro tra Nora ed Eph e quello di Eichorst col nazismo. Il Padrone, ustionato dallo scontro con Setrakian, rinasce nel corpo di Bolivar e si affida nuovamente al suo braccio destro di sempre, Eichorst. Quest'ultimo è ancora una volta il referente del magnate Eldritch Palmer i quali pur di ottenere l’immortalità, ha stretto un patto imprescindibile con il vampiro. Ma mentre questi ultimi mettono in atto un piano agghiacciante per restituire potere al Padrone ferito, Goodweather e Nora sono impegnati nella ricerca di un vaccino e nella creazione di un virus che combatta l'epidemia, portando avanti anche una battaglia molto più fisica e brutale per le strade di New York. Il giovane Gus intanto, dall'altra parte della città, ha stretto alleanza con gli Antichi Anziani capeggiati da una nuova figura, il vampiro Quinlan, combattendo nell'ombra. La loro missione (apparente) è distruggere il Padrone. Nel frattempo però, Kelly, ex moglie di Eph ormai vampira, riceve dal Padrone il dono della coscienza (e di un esercito di bambini-vampiro), affinché riesca a recuperare suo figlio Zack, e sfortunatamente alla fine ci riuscirà, però è la sotto-trama più inutile secondo me della stagione. In città, intanto, una nuova forza politica, capeggiata dall'intraprendente Justine Feraldo, cerca in tutti i modi (anche con l'aiuto della forza civile) di fermare la minaccia inumana. Palmer ed Eichorst, sempre più spesso in combutta fra loro, ostacolano in tutti i modi Setrakian, il vecchio che scottato dalla perdita della sua famiglia, ha pian piano scoperto il modo per uccidere l’oscura creatura: scovare e decifrare un manufatto antichissimo che contiene le istruzioni per distruggere un tale abominio, l'Occido Lumen.
È proprio questo libro, uno dei punti cardine di questa stagione e sicuramente della prossima, in quanto l'ormai anziano Setrakian (David Bradley), alla ricerca forsennata dell’unica arma che potrebbe mettere fine a questa piaga, riuscirà ad impossessarsi del libro. Vinta una prima battaglia, c'è e ci sarà una guerra da combattere e vincere. In questa seconda stagione quindi, c’è stato tanto di importante, molta carne sul fuoco, eppure se da un lato tutto questo può sembrare un punto a sfavore della serie (alcuni momenti romantico-melodrammatici sono sembrati forzati e fuori luogo contestualizzati allo stile del prodotto televisivo) dall'altra è un modo per mettere tutte le carte in tavola prima del gran finale (i flashback ci hanno aiutato a completare un quadro lasciato in sospeso, o quanto meno, a capire certi meccanismi e reazioni inizialmente sconosciute). A stagione conclusa molti rapporti sono cambiati, alcuni personaggi ci hanno lasciato, altri non hanno ancora buttato giù la maschera. Non mancano però, quegli elementi che mi hanno fatto amare The Strain fin dalla sua prima puntata: il mistero, quel senso di angoscia e paura accompagnata da una regia precisa ed una fotografia veramente immersiva, l'adrenalina e quel pizzico di humour che non guasta mai. Tante, infine, le domande che ci circondano dopo questo finale. Qual è il fine ultimo del Maestro? Cosa nasconde Quinlan? È davvero dalla parte degli uomini? Riuscirà Abraham Setrakian a combattere l'Oscurità, ora che ha in mano ciò che ha sempre desiderato trovare? E quali saranno le sorti di Ephraim Goodweather in questo momento di estrema crisi? Come per le stagioni precedenti, quindi, non ci resta che aspettare. Voto: 6+

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