giovedì 16 maggio 2019

Gomorra (2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 22/06/2016 Qui - Gomorra è considerato il prodotto televisivo italiano di maggior successo nella storia, essendo l'unico ad aver raggiunto successo negli Stati Uniti e in tutto il mondo. E' stata infatti venduta in oltre 170 paesi, raggiungendo un successo che è andato oltre le aspettative dei registi. Difatti la serie completamente italiana dalla testa ai piedi è un autentico gioiellino, ed è ovviamente ispirata dall'omonimo romanzo di Roberto Saviano e ideata dallo stesso Saviano insieme a Stefano Bises e tanti altri. Questa è comunque la terza volta trasposizione dell'opera dopo la pellicola cinematografica di Matteo Garrone e lo spettacolo teatrale di Mario Gelardi. Gomorra: la serie è invece firmata dal regista Stefano Sollima e prodotta da Sky insieme a Cattleya e Fandango. Dopo i trionfi dell'esordio con i 12 episodi del 2014, è arrivata quindi la seconda stagione (un momento che i fan aspettavano da tempo) che riprende la rivalità tra i due clan di camorra: da una parte la famiglia Savastano e dall'altra il clan che fa capo a Salvatore Conte. Perché per chi non lo sapesse (pochissimi a dir la verità) la serie thriller-noir si focalizza su due gruppi rivali della Camorra, il clan dei Savastano e quello degli Scissionisti, in lotta per il controllo della zona e dei vari traffici di stupefacenti e armi, in un continuo scontro fisico e psicologico senza tregua, senza fine. Diventa chiaro a questo punto che una trama definita non c'è, in quanto il comune denominatore è solo e solamente il potere e quello che ne deriva, tra chi c'è l'ha e chi lo vuole e non si ferma mai pur di averlo anche con tutti i mezzi possibili ed inimmaginabili, ma questo non è assolutamente un male. un difetto della serie, proprio per ciò invece la serie ha avuto questo incredibile successo, perché non sai mai cosa aspettarti, ed questo che fa della serie una delle più geniali degli ultimi tempi. La seconda, attesissima stagione, è andata in onda da maggio per sei settimane su Sky Atlantic e finalmente abbiamo scoperto che fine hanno fatto i protagonisti della serie al termine di una fantastica prima stagione e sorprendente ultimo episodio. Una seconda stagione che riprende esattamente dal finale della prima, con Donna Imma (Maria Pia Calzone) definitivamente fuori dai giochi (morta) e Don Pietro (Fortunato Cerlino) che dopo esser stato liberato dal furgone della polizia durante il trasferimento ora si nasconde come latitante. Ciro di Marzio (Marco D'Amore) invece dopo essersi messo al sicuro da una possibile vendetta si allea ufficialmente con Salvatore Conte (Marco Palvetti), che è tornato per restare. Genny (Salvatore Esposito) dal canto suo miracolosamente sopravvissuto, è in fase di guarigione.
Un anno dopo però lui è completamente guarito, e partito per l'Honduras cerca di organizzare il traffico di stupefacenti per i Savastano superstiti. Tuttavia, alcuni mesi dopo vola in Europa, dapprima a Roma e, infine, a Colonia, in Germania, dove si è rifugiato il latitante don Pietro. Le cose sono difficili per i Savastano, che sopravvivono contrabbandando carburante e armi, covando desideri di vendetta verso Ciro e Conte. Una sera don Pietro, a cena con un boss della 'ndrangheta calabrese, rischia di rimanere ucciso in un agguato perpetrato nei confronti di quest'ultimo, ma riesce a fuggire illeso grazie all'aiuto di Genny, prontamente avvisato da alcuni suoi contatti che di lì a poco sarebbero sopraggiunti i sicari. Genny, seppur rancoroso col padre per i rimproveri sulla gestione passata del clan, ritenuta fallimentare, si rivela fondamentale per soccorrerlo quando il vecchio padre è colpito da infarto durante la fuga. Una volta rimessosi, don Pietro decide di tornare in scena da solo e di riprendere le redini delle attività criminali, relegando in sordina l'affranto figlio. E da questo momento la serie parte per un viaggio che sarà crudo, violento e senza pace, in un mondo in cui gli equilibri cambiano continuamente, un mondo in cui nessuno è al sicuro, un mondo in cui non c’è possibilità di redenzione, un mondo in cui il male ha un nome. Vecchie alleanze infatti si sgretolano e nuove alleanze nascono, la seconda stagione di Gomorra è un continuo rimescolarsi delle carte in tavola, e i nostri (anti, molto, MOLTO anti) eroi devono costantemente guardarsi le spalle. Anche l'alleanza tra l'Immortale e Conte, avrà molti problemi a restare in piedi, per faide interne e per colpa dei meschini giochetti dei Savastano, che cercano di creare dissidi tra il loro gruppo, dove vediamo una new entry, la carismatica Scianel (Cristina Donadio), al secolo Annalisa Magliocca, sorella del defunto Zecchinetta (Massimiliano Rossi), ucciso dai fedelissimi di Genny (Salvatore Esposito). Il personaggio di Cristina Donadio, però, non è l'unica new entry: nel ruolo di "corriere", e in un certo senso anche di confidente di Don Pietro, troviamo infatti Patrizia (Cristiana Dell’Anna), la nipote di Malammore (Fabio De Caro). Una donna che si trova costantemente a cavallo tra il bene e il male, una donna che farà di tutto per sopravvivere.
Insomma nelle 12 puntate ne succederanno di cose, veramente tante che è difficile scriverle tutte, di certo i temi non cambiano, così come la narrazione che si avvale come nella scorsa stagione di altri registi che oltre a Stefano Sollima, (già regista di Romanzo criminale: La serie) collaborano, da Francesca Comencini (che dirige le due puntate sul ruolo della donna nella criminalità organizzata) e Claudio Cupellini, a cui si aggiunge quest'anno Claudio Giovannesi. Comunque, poiché la serie è stata vista praticamente da tutti, invece di soffermarmi a spiegare le puntate, credo che sia meglio esporre solamente le mie impressioni e giudizi su questa stagione e quello che mi è piaciuto di più. Prima di tutto, la particolarità più eccezionale della serie è quella di osare, osare sempre di più, difatti non ci sono tanti scrupoli, si fa quello che si deve anche a costi altissimi, la violenza esplode in tutti i suoi modi, e più succedere quindi di tutto, ma proprio tutto, anche quello che non ti aspetti, quello che non vorresti vedere e che invece vedi e ci rimani anche male, ma di brutto. Ti sale l'angoscia, la paura ma soprattutto l'adrenalina perché tra omicidi, rapine, assalti e agguati non c'è un attimo di tregua, è qualcosa di incredibile nonché pazzesco poi per la crudeltà e genialità allo stesso tempo di certe memorabili scene. Il regista sa veramente il fatto suo, tanto che è come essere insieme ai protagonisti, tanto che entri praticamente in modalità 'Gomorra' (come scherzosamente definita da molti), perché per apprezzare tutto meglio, oltre a sapere già di entrare in una spirale buia e tempestosa devi cercare anche di sforzarti a sentire bene cosa dicono, perché il dialetto napoletano (quello stretto) è probabilmente il più 'malvagio' e più complicato di tutti, quest'anno infatti ho avuto dei problemi rispetto alla precedente stagione. Ma per fortuna non ho avuto bisogno dei sottotitoli che Sky proponeva, comunque per chi non è avvezzo alla lingua dialettica napoletana è meglio utilizzarli. Però non bisognerebbe usarli, poiché per gustarsi praticamente tutto, non si può perdere niente, dalle parole, alle musiche, fino all'entusiasmante e spettacolare colonna sonora originale dei Mokadelic, come le canzoni di artisti locali che risuonano durante le puntate. Puntate in cui, a ritmo forsennato, si susseguono tanti colpi di scena e morti eccellenti (sempre con tanto sangue e cattiveria) anche impensabili ad un primo momento. Qui però al contrario della prima ci si è soffermati più sulle dinamiche e problemi personali dei vari boss che vediamo in rapida successione, ma soprattutto quello tra padre e figlio, punto cardine di tutta la stagione che si conclude in modo strabiliante e scioccante (come d'altronde già successo nella prima) ma che fa apprezzare ancora di più una serie imperdibile come questa. C'è meno azione, ma più cambiamenti nelle strategie e nei modi, ancora più spietati. L'aspetto tecnico è sempre di grande livello, sperando che nella sicura terza e probabilmente quarta stagione, e nonostante la perdita come regista di Stefano Sollima, perché impegnato in altri progetti, non perda questo livello, insieme alla sua vitalità, forza che ha contraddistinto l'intero fantastico progetto che ha rivoluzionato e confermato come l'Italia è patria di grande cinema, e anche di grandi e spettacolari serie tv. Insomma veramente qualcosa di eccezionale, non mi sento però in grado di definirlo capolavoro soprattutto perché voglio ben sperare che nella realtà non sia effettivamente così, perché in fin dei conti è solo finzione, e poi non è assolutamente per tutti, i bambini non dovrebbero nemmeno sapere, perché non sono affatto buoni esempi. A proposito, qui neanche i bambini sono al sicuro quindi state attenti a chi ancora non ha visto Gomorra: la serie, perché potreste rimaner scioccati e sconcertati. In definitiva però, la seconda stagione non ha disilluso le attese iniziali, ampiamente confermate, attese che già si prospettano essere già altissime nelle successive stagioni. Perché sicuramente ne vedremo di belli, ma soprattutto ancor di più, brutti, sporchi e cattivi. Voto: 7+

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