Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 09/02/2017 Qui - In attesa di vedere cosa, come e soprattutto se i nostri eroi riusciranno nel tentativo di vendicarsi dall'assalto morale e mortale di Negan, il nuovo villain (che presumibilmente farà la stessa fine degli altri, almeno me lo auguro, anche se non sarebbe male se finisse tutto con lui), che vedremo a partire da lunedì 13 febbraio, facciamo un passo indietro e tiriamo le somme della mid-season finale e dell'intera prima parte della settima stagione di The Walking Dead, sarà stata promossa, bocciata o rimandata? Ma prima di sapere, facciamo un altro grande passo indietro per scoprire qualcosa in più di quello che già avevo detto all'epoca del mio post sulla seconda parte della sesta stagione (qui). Innanzitutto sappiamo tutti come si è conclusa la scorsa stagione, con quel poco gradito cliffhanger in soggettiva con la cinepresa che diventava rossa di sangue e ciao ciao tanti saluti al prossimo anno, sappiamo anche per colpa della FOX, che involontariamente o volontariamente chissà, ha spoilerato un po' tutto sulla prima, questa parte, della settima stagione (soprattutto per chi come me non ha visto in contemporanea la serie, ma solo dopo tutte le 8 puntate, e la cosa ovviamente mi ha infastidito parecchio), dove vediamo chi è, anzi, chi sono i due che sono finiti nelle 'grazie' di Lucille, la nostra nuova beniamina. Comunque nel corso della seconda parte della sesta stagione si era avuta la sensazione che ciò che interessava davvero a questa serie fosse diventato sorprendere gli spettatori, prenderli in giro, che l'obiettivo fosse spiazzarli di continuo e non di raccontare una storia (basandosi totalmente su l'unica caratteristica, la morte) nonostante appunto qualcosa era cambiato, anche se in modo leggermente forzato. Insomma la produzione, probabilmente, aveva perso un po' la strada maestra, eppure, ripartendo col piede giusto per la settima stagione, che si preannunciava molto più movimentata rispetto a quelle passate, si poteva ancora tentare di raddrizzare il tiro, se il gran ritorno della serie fosse stato gestito bene. Non gestire bene il gran ritorno della serie avrebbe significato realizzare un intero episodio su Negan che trolla Rick e tortura i suoi amici a bastonate, non gestire bene il gran ritorno della serie avrebbe voluto dire rivelare chi Negan avesse effettivamente ucciso a 15-20 minuti dall'inizio dell'episodio, attraverso vari flashback, e invece è proprio quello che hanno fatto.
In ogni caso, la prima puntata di questa settima stagione (intitolata Io ti Ucciderò), è stata comunque una delle migliori premiere degli ultimi anni, sangue, violenza, paura. Negan è stato rivelato in tutta la sua brutalità mettendo a segno due vittime illustri quali (vabbé tanto li sapete già) Abraham e Glenn. Soprattutto la morte di quest'ultimo (a quanto pare però fedelissima al fumetto), ha sollevato polemiche per la violenza inaudita, facendo dimenticare a tutti che la serie sia ambientata in un mondo pieno di zombie, in cui non esistono più regole e che, magari, i bambini da soli non dovrebbero vederla. Punto. Una puntata, la prima, che ha anche deluso un po', soprattutto per tre motivi, la scena di Negan che porta Rick a spasso nel camper, orribile, perché poi durante la fase di 'studio' di Negan a Rick, gli zombie sembrano mordere Rick e invece si limitano ad accarezzarli (ma che carini che sono questi zombie, così affettuosi e assolutamente poco mortali) e infine poiché il regista Greg Nicotero (che, francamente, non è mai stato, diciamo così, un talento cristallino, e che ultimamente ha già iniziato la fase del tracollo) filma prima delle scene aggiuntive filmando la morte di tutti i protagonisti, così da nascondere la vera identità della vittima di Negan, ci prende letteralmente in giro perché per un secondo (mentre Rick pensa) siamo tenuti a pensare (lo siamo, per via del montaggio) che anche tutti gli altri sono morti, un po' ruffiana questa cosa.
Comunque a parte il sangue, la violenza e la paura, uno dei punti positivi è proprio Jeffrey Dean Morgan, straordinario e il suo Negan (anche se bastardo) è ottimo, ma anche Andrew Lincoln, che si dimostra ancora il migliore (insieme a Lauren Cohan) in un cast di protagonisti che sa essere mono-espressivo anche quando i loro amici si fanno sfondare i crani da una mazza da baseball arrotolata col filo spinato. In conclusione quindi, non definirei il primo episodio Io Ti Ucciderò (a proposito, il titolo italiano è completamente sbagliato, perché non centra il punto fondamentale dell'episodio, anzi fa pensare che Rick possa in qualche modo fare la voce grossa con Negan quando ci viene chiaramente mostrato che non è così) una delusione, quanto l'ennesimo passo falso di una serie che dopo sette anni continua a zoppicare, claudicante come un morto vivente, e che ormai sembra puntare tutto non tanto sulla vicenda da narrare, quanto sui dati degli ascolti. Fin dalla prima stagione infatti, The Walking Dead è stata la serie del 'potrei ma non voglio'. Le potenzialità erano e sono ancora ottime, eppure ci sono delle evidenti pecche in alcuni episodi. Tralasciando l'ottima prima stagione, la discreta seconda, la buona terza e così via, per concentrarci su quest'ultima che dopo un inizio così così, invece di migliorare addirittura peggiora passo passo. Poiché dopo un episodio così potevamo aspettarci di tutto. E difatti torniamo alle vecchie care (troppo e stancanti) abitudini, le puntate successive sono infatti lente, fiacche, a tratti noiose, come la serie che come detto a fine sesta sta leggermente stufando, anche se rimane interessante e bella (ma non tantissimo) da seguire.
'Il Regno' ha introdotto Ezekiel e la sua Shiva, nota lieta per tutti gli amanti dei fumetti e non (perché ci sta bene ed è pure bella), ma ci ha fatto rivedere Carol che, dopo questo mid-season, entra nuovamente tra i personaggi più pesanti e antipatici della serie. Addirittura e persino Lucille risulta più simpatica di lei. Per non parlare dell'episodio di Daryl in cui si assiste ad una tortura psicologica che neanche in Vietnam. Una intera puntata dedicata alla colonia dei Salvatori e al destino di Daryl che avremmo potuto tranquillamente vedere come spezzone in altri episodi. Intanto continuano le varie storyline e si dà spazio a personaggi secondari di cui potremmo fare volentieri a meno, Sasha, Jesus, Enid, Eugene ma su tutti, Tara (una sola puntata su di lei è troppa, dato che poi al momento sembra non servire a niente quello che fa o ha fatto tra le 'Amazzoni'). Intanto il buon Carl (genio incompreso, a cui vengono dedicate ben due puntate) decide di diventare un rompiscatole, tanto da arrivare a Negan e sparare a caso da un retro di un camion innescando un effetto domino sensazionale che porta alla morte di Olivia, e Spencer (un bastardo cazzaro egocentrico), unica morte 'lieta' dell'ultima puntata. Nuovamente, si torna al vero protagonista della serie, Negan. Unico personaggio seriamente caratterizzato, sadico, con una propria morale (almeno credo) e pronto a tutto pur di sopravvivere e far sopravvivere i suoi. C'è una specie di logica in quello che fa, basta mettersi nei suoi panni. Insomma, promosso.
Menzione d'onore in ogni caso, per Rick, accomodante per buona parte di questa prima parte di stagione per poi rialzare (finalmente) la cresta, anche se, solo nel finale, ma meglio di niente. Bello anche il momento della restituzione di Daryl (nelle ultime puntate), che scappa dalle grinfie di Negan portandosi dietro la pistola dell'ex vicesceriffo Grimes, il simbolo della rinascita (probabilmente). Ma sapremo dopo, intanto, come sempre accade spesso, il mid-season si conclude con qualche bella domanda. Senza Eugene chi creerà le pallottole? Il Regno si unirà ad Hilltop e alla comunità di Rick? Maggie riuscirà a diventare leader di Hilltop scalzando l'inutile e infido Gregory? Carol morirà una volta per tutte, liberandoci della sua presenza? Morgan la smetterà, una volta per tutte, di fare il Dalai Lama? Chissà, ma comunque The Walking Dead viene rimandato a Febbraio (ovvero da lunedì prossimo su FOX ovviamente). Ma attenzione, non è una bocciatura e non è una promozione. E solo che la durata delle stagioni è, probabilmente, ancora una volta (e hanno ragione) la principale responsabile delle critiche non eccezionali di pubblico e stampa. Una soluzione potrebbe essere quella di accorciare le stagioni condensando più eventi insieme in modo da non dilatare i tempi con puntate 'cuscinetto', rendendola una miniserie limitata a 10-12 puntate in stile Game of Thrones o Netflix Originals. C'è chi ipotizza anche l'idea di prendere più spunti dalla serie a fumetti, luoghi, situazioni e personaggi. Insomma tante idee, anche se non tutte applicabili in una serie survival dove l'horror sta lentamente scemando per lasciare spazio alla violenza, troppe volte insensata. Anche se a volte si tende a dimenticare che The Walking Dead sia una serie tv su un mondo dominato dagli zombie in cui gli umani sono, potenzialmente, cibo per i non morti e le regole della morale non esistono più. Anche se pare non siano i fan a dimenticarsene, bensì gli autori. In ogni caso, spero di non rimanere nuovamente deluso a fine stagione, anche se solo alla conclusione potremo tirare, sul serio, le vere somme di questa settima (importantissima) stagione. Voto: 6,5
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