Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2016 Qui - Conclusasi in questi mesi, Quantico, e in questo caso la seconda parte (della prima stagione) delle 22 puntate della serie, che non ha resistito alla suddivisione delle puntate (ormai più che l'eccezione, la regola). Della serie ne avevo già parlato a febbraio (qui) perché la serie davvero avvincente già dal pilot aveva fatto vedere le sue grandi potenzialità, sfruttate benissimo soprattutto nella coinvolgente prima metà poiché nella seconda appena conclusa rallenta, muta e stanca leggermente. Se la prima parte infatti si è rivelata intrigante e ben gestita, con i continui salti tra presente e passato, la realtà del presente accostata agli eventi del passato, la seconda parte invece è stata una caduta libera di continui giri senza senso, storie tanto complesse (sempre con continui flashback abbastanza ininfluenti), nonché un susseguirsi di ipotesi e smentite che, alla lunga, ha semplicemente perso quel minimo di contatto con la realtà che la serie potesse vantare e l'ha trasformata in qualcosa di assurdo e paradossale. La storia di Alex Parrish, agente dell'FBI, risvegliatasi sul luogo dell'esplosione di una bomba che ha devastato la Central Station di New York, era iniziata con le migliori condizioni possibili. Con un susseguirsi di notizie, colpi di scena e rivelazioni (e tante omissioni) e con l'aggiunta dell'Accademia di Quantico, dove i protagonisti venivano quotidianamente posti di fronte a delle sfide da affrontare che, un giorno, avrebbero potuto rivelarsi utili per il loro lavoro. Per molto tempo la parte più interessante ma dopo aver capito che era solo un'espediente per la caratterizzazione e le tante storie dei suoi personaggi che tanto collimavano con il presente sono risultati troppo assurdi, inutili e davvero paradossali perché quello che hanno imparato all'accademia non è servito a niente. Già durante l'addestramento assistiamo a scene e situazioni in cui in netta difficoltà riuscivano solo all'ultimo a riuscire a superare la prova, senza dimenticare i pianti, le storie intrecciate di amore e non, ma soprattutto una certa inesperienza che mette in soggezione, vorremmo davvero questi ragazzi per proteggerci? io credo di no (per fortuna, dipende dai punti di vista, siamo in Italia).
Comunque a parte questo aspetto che può anche starci in una serie di finzione la storia (anche con l'introduzione furba di nuove reclute che cambiano le carte in tavola), è lineare anche se piena di nodi e doppi nodi nell'intreccio, però la velocità dei primi dieci episodi viene sostituita da una velocità meno ragionata e da colpi di scena meno essenziali e più 'banali', che proprio per questo rendono peggiore e infinitamente più noiosa la seconda parte della stagione. Mentre Alex viene scagionata dalla responsabilità di un attacco terroristico, uno nuovo colpisce New York e ancora una volta lei ed i suoi ex compagni di Quantico ne sono il perno centrale. La ripetizione, che poteva costituire un buon incipit per una seconda stagione, spezza cosi il continuum narrativo e azzera tutto quello che avevamo imparato, facendoci dubitare praticamente di chiunque. Questa è forse la cosa più ridicola che si sia mai vista in una serie tv, nonché la più audace. Ogni episodio sposta l'ipotesi di colpevolezza da un agente all'altro, facendoci dubitare praticamente di chiunque (letteralmente chiunque) e poi addossando la colpa a quello più 'facile' da incolpare. Un po' troppo prevedibile anche se giusto. Comunque quello che mi è piaciuto di più è stata la scelta del bivio conclusivo, con un finale che sarebbe benissimo potuto essere un finale di serie. Il cerchio trova la sua chiusura più completa, rimane aperta solamente una piccola porta che infatti ci porterà al prossimo autunno dove la serie televisiva tornerà per una seconda stagione. Un finale coinvolgente ed emozionante, forse un po' telefonato, frettoloso ma sicuramente non deludente. Se paragonato a tutta la serie però, tralasciando alcune puntate, il risultato non è malissimo, non mi ha mai annoiato e mi ha sempre saputo intrattenere nonostante qualche difetto durante il suo percorso. Mi sento perciò di consigliare questa prima stagione, ricca di colpi di scena e votata ad una narrazione veloce che mi ha appassionato. Infine una nota sul cast, se tutti sono in parte, l'unica nota stonata proprio, Priyanka Chopra, (all'inizio interessante) rivelatasi troppo immatura (troppo sopra le righe a volte e pure antipatica) come attrice per consegnarle il ruolo di protagonista. In ogni caso, una serie convincente e appassionante, non originalissima e neanche perfetta, ma godibile anche se non eccellente. Voto: 6
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