venerdì 3 maggio 2019

True Detective (2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 31/08/2015 Qui - Nic Pizzolatto dopo la prima stagione di True Detective, da molti, è passato da essere lo scrittore più amato del piccolo schermo al più controverso, questo nel giro di un anno. Colpa o merito di questa seconda stagione, criticata negativamente, probabilmente perché molto diversa rispetto alla prima, ha perso in parte l'effetto sorpresa iniziale. La prima stagione, con due inediti e bravissimi Matthew McConaughey e Woody Harrelson, aveva preso tutti in contropiede. Nessuna sapeva cosa aspettarsi, una novità assoluta, e la regia è stata una sorpresa, lo stile era di un vero giallo. Con la seconda stagione, Pizzolatto ha cambiato totalmente registro: puntando sui personaggi (interpretati da Colin Farrell, Vince Vaughn, Rachel McAdams e da Taylor Kitsch), preferendoli alla trama e alla storia, cambiando anche il regista. Il giallo ha fatto spazio ad un vero e proprio crime poliziesco, la lotta contro un sistema corrotto in una città dominata da loschi individui, la vendetta di due fratelli su un fatto accaduto vent'anni prima ma che non ha niente a che vedere con l'intreccio della storia e dei tre detective che non hanno esitato a sporcarsi le mani. Il mondo che ci meritiamo, secondo Pizzolatto, è un mondo terribile, un inferno in terra, in cui giustizia e vendetta hanno la stessa faccia, e in cui le persone non vivono ma sopravvivono. Il finale è stato il riassunto della stagione, con alti e bassi, momenti di tensione miscelati e momenti troppo lenti e pensosi. Certo nessuno, compreso io, si aspettava un finale da fiaba, ma non uno così dove la trama (la soluzione completa del caso) è passata in secondo piano. La serie così ha innegabilmente annoiato, regalando più di qualche perplessità nonostante l'apprezzamento a Pizzolato.
In questa seconda stagione, ha però giocato un ruolo fondamentale la musica, dando alla narrazione più spessore in alcuni momenti e determinate scene (un punto a favore). Mentre nella prima i due protagonisti erano veri detective, in questa nessuno lo è veramente anche se alla fine la vera true detective è Ani perché è a lei che spetta il ruolo più importante, quello del riscatto finale. Nonostante tre dei quattro protagonisti siano morti e che i corrotti siano ovviamente ancora al potere, rispetto al finale di stagione precedente c'è comunque una differenza sostanziale: Rust e Marty avevano trovato l'assassino ma non era riusciti nemmeno a scoprire (figuriamoci fermare!) tutti coloro che erano coinvolti, qui invece la stagione termina con Ani che incontra un reporter del Los Angeles Times e gli consegna tutte le prove e i documenti che aveva conservato nonostante i pericoli. È un finale cupo, triste, ma non senza speranza. Bezzerides può ancora sperare che il mondo diventi migliore, esattamente come ci meritiamo.
Un punto a sfavore della seconda stagione di True Detective è stata la sua complessità. I dialoghi si sono fatti morbosi, i monologhi sono diventati un momento di tensione e suspense fini a se stesse. C'è stato un ridimensionamento degli spettatori causati dalla non comprensione di un caso assurdo, solo superficialmente lineare e chiaro. E' difficile tenere inchiodato il pubblico se si punta solo sui personaggi. La HBO ha confermato una terza stagione, Pizzolato farà meglio a capire prima cosa non ha funzionato e poi a rimettersi in gioco, cercando di ritrovare l'alchimia formatosi nella prima. Un giudizio sugli attori, Vince Vaughn non mi ha convinto in pieno nonostante una buona interpretazione, Colin Farrell sempre bravo in questi contesti, notevole la sparatoria (guerriglia) dei due per fare fuori Osip e prendere i soldi. Taylor Kitsch non male (non ha fatto tanti film, è solo all'inizio), la bellissima Rachel McAdams invece mi ha stupito molto per la sua dinamicità, ha grandi doti, infine Kelly Reilly...un appunto, anzi un argomento, anzi due...insomma avete capito, messe in evidenza e poi basta (nient'altro). Nonostante i giudizi contrapposti miei e di tanti altri rimane un serie di valore, da vedere e sentire. Ultima cosa sulla serie è che non mi è piaciuto come i tre protagonisti sono morti, si dovevano morire, ma non in quel modo così brutale. Voto: 7-

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