mercoledì 28 dicembre 2022

Le migliori attrici e i migliori attori, più le sigle e colonne sonore, delle serie viste nel 2022

Classifiche pubblicate su Pietro Saba World il 28/12/2022 Qui - Quando giudico un lavoro, che sia esso un film o un gioco, in questo caso una serie tv e/o miniserie, tengo in considerazione tutto e tutti, dalla qualità alle performance attoriali, dagli aspetti tecnici al personale coinvolgimento, così è nato questo ulteriore post relativo alle migliori serie e quello che di meglio hanno offerto. Delle classifiche quindi anche superflue per certi versi, che ho comunque esposto fin dai primi tempi, tuttavia adesso, per questione di tempo e in virtù dell'utilità di cui accennato prima, ho deciso che questo sarà l'ultimo post di questa caratura. Non è un caso che io abbia quest'anno (al contrario anche dello scorso, Qui) riservato i premi a pochi intimi. Una scelta dettata anche dalla volontà di essere più libero e "smart" con il blog, mi dispiacerà certamente, ma in ogni caso non rimpiango nessuna decisione, perciò godetevi anche voi questo post e buone visioni a tutti.


I MIGLIORI ATTORI

3. Terzo posto per l'istrionico Jonathan Pryce, viaggiatore del tempo e dello spazio in Tales from the Loop.
2. Secondo posto per la coppia dei "briganti" della fede, affiatati Michael Sheen/David Tennant che in Good Omens fanno scintille.

martedì 27 dicembre 2022

Le migliori serie tv viste nel 2022

Classifica pubblicata su Pietro Saba World il 27/12/2022 Qui - Già detto delle 76 serie per un totale di 93 stagioni, e delle doppie (o più) stagioni di serie viste durante l'anno, e in questo senso non tutte sono riuscite a mantenere il giudizio allo stesso livello in entrambe le occasioni, tanto da riuscire ad entrare in classifica (ci sono riuscite in 6), una è infatti finita tra le peggiori, una ha rischiato di finirci ma la terza stagione ne ha risollevato le sorti (Love, Death & Robots), due non sono andate troppo oltre la sufficienza (Big Hero 6 - La serie e The Haunting), e due per poco non hanno raggiunto la quota prefissata del 7 (Cobra Kai e Upload), e non l'ha raggiunta (per un pelino) neanche la miniserie Midnight Mass, non detto che anche quest'anno (come l'anno scorso che tuttavia comprendeva l'eccezioni che stavolta ho escluso, Qui) 25 le posizioni entrate nella Top List. Una classifica che nel caso delle più stagioni vede il link dell'ultima vista (attaccata al banner) e nel caso degli altri semplicemente il link della recensione completa (sempre banner cliccando), se informarvi vogliate, solo un estratto ho difatti inserito. Ma qualunque sia, e voti a parte, ecco il meglio visto da me pronto per voi.


25. Una "origin story" dark e accattivante che intrattiene, diverte e non ha molti peli sulla lingua. Niente di innovativo e alternativo chiaramente, ma il pregio più grande di questa serie, è che riesce a raccontare i problemi tipici adolescenziali, senza esagerazione e con molta originalità e realismo. Peccato solo per il finale troncato a metà. (7)
24. The Good Lord Bird racconta una bella storia, lancia messaggi potenti ma ha il grande pregio di non farsi divorare da questi ultimi, davvero tanta roba. (7)
23. Nel complesso non male, ma ci si aspettava comunque di più, questa prima stagione lascia infatti molto a desiderare, va bene che sia solo un'introduzione, però nessuna battaglia nessun colpo di scena fino alla decima, troppo poco Goccia che fa traboccare il vaso. In ogni caso, e nonostante una certa sopravalutazione, serie da seguire. (7)

lunedì 26 dicembre 2022

Le peggiori serie tv viste dell'anno (2022)

Classifica pubblicata su Pietro Saba World il 26/12/2022 Qui - Le aspettative contano, ma a volte semplicemente è la qualità a venir meno, e poi dipende anche dall'affezione che si ha, che ti fa continuare anche quando sarebbe meglio non farlo, però in ogni caso le serie (o miniserie) brutte capita di vedere. E' successo nel mio caso (succede ogni anno, come anche l'anno scorso, Qui) di vederle, e sono tutte racchiuse in questo post finale e conclusivo, cliccando sul banner (o link) di una determinata serie potrete leggerne (se volete approfondire ovviamente) la recensione completa.

5. Non brutte brutte, ma un po' deludenti e poco convincenti. (5,5)
La decima controversa stagione di American Horror Story, la settima in parte noiosa stagione di The Blacklist, la quinta un po' confusa stagione di Outlander, la quarta un po' fiacca stagione di Supergirl, la seconda e terza affrettate stagioni di A Discovery of Witches, la prima banale stagione dello spin-off American Horror Stories, la terza ed ultima poco soddisfacente stagione di Tin Star, la quinta disordinata stagione di The Flash e la terza ripetitiva stagione di Succession.

lunedì 12 dicembre 2022

The Sandman (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 12/12/2022 Qui - Notevole sforzo produttivo da parte della Warner Bros e Netflix per questo affascinante fantasy in cui Morfeo, dopo essere stato imprigionato per cento anni, si libera e inizia a imbestialirsi come se non ci fosse un domani. Il punto però è che tutto sommato è buono e le cose non sono come sembrano. L'atmosfera è rarefatta ed affascinante, gli effetti speciali ricchi e credibili, i personaggi ben tracciati e ben recitati, le puntate centrali, quella ambientata nel Diner e quella con la sfida tra Morfeo ed il Diavolo in persona, sono da antologia del genere. Qualche problema di ritmo nelle ultime puntate ma nel complesso coinvolgente e intrigante (Neil Gaiman dopo Good Omens sorprende ancora, e fa addirittura meglio). Atmosfere oniriche, citazioni colte, tanti personaggi interessanti. Attore principale molto bravo ma in generale tutti molto ispirati. Per ora promosso a pieni voti in attesa della seconda stagione. Voto: 8

Supergirl (4a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 12/12/2022 Qui - C'eravamo lasciati con una terza stagione un po' piatta, con tanti errori di sceneggiatura e non, con un finale abbastanza movimentato, e carico d'aspettative. Purtroppo, la prima parte di stagione continua a ricalcare l'andamento fiacco della precedente, e la seconda seppur decisamente migliore imbarazza con l'ingresso di un Lex Luthor sui generis. Supergirl è sempre stato il più politico degli spettacoli dell'Arrowverse, tuttavia si raggiungono nuovi minimi nella loro politica con la stagione 4 (la questione "immigrati" sviscerata maldestramente). Onestamente, se non fosse stato per il crossover annuale (finalmente concluso e rivelatosi estremamente divertente), probabilmente avrei smesso di guardare molto prima della fine della stagione. Una stagione in cui il cliffhanger della stagione 3 ha sì un ruolo nella stagione 4, un ruolo decisamente importante ma caotico, che arriva quasi troppo tardi. In questo senso troppi episodi inutili che mostrano il fianco a fin troppi momenti morti e buchi narrativi importanti. La stagione in ogni caso non è andata proprio malissimo, sicuramente è stata migliore della precedente, tanto da riguadagnare un mezzo punticino perso nella scorsa stagione. La speranza, in vista della quinta stagione e degli avvenimenti legati al crossover Crisi sulle Terre Infinite, è quella di assistere alla maturazione definitiva di uno show ancora alla ricerca di una precisa identità. Voto: 5,5

Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 12/12/2022 Qui - Molti anni prima degli eventi della Compagnia dell'anello, la storia dell'ascesa del signore del male, Sauron. Prequel degli eventi raccontati dai film di Peter Jackson (non mancano i ritorni di alcuni personaggi ben noti), Gli anelli del potere è una produzione "mastodontica" che non bada a spese. Curatissima dal punto di vista tecnico, con ambientazioni, scenografie ed effetti speciali di alto livello (visivamente imponente e dai colori sgargianti), la serie mette insieme più vicende destinate a incrociarsi, e pur non essendo tutte egualmente interessanti, nel complesso si fanno seguire fino a un finale che svela l'identità di alcuni personaggi. Attori ben scelti e in parte. Non è il capolavoro televisivo che si sperava (giacché non riesce a esprimere tutto il suo potenziale a causa di alcune scelte narrative assai discutibili), ma è un degno prequel che può far ben sperare per le stagioni successive. Voto: 7+

Ms. Marvel (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 12/12/2022 Qui - Kampala, giovane americana di origine pachistana, riceve un misterioso bracciale che le dà poteri straordinari. Prodotta dai Marvel Studios, una serie che segna un punto di svolta, perché mette al centro della scena una protagonista musulmana, peraltro con una "trasferta" nel paese asiatico di origine. Molto colorata e ricca di azione, ha il limite di una trama non troppo interessante, con alcuni episodi più riempitivi che di contenuti. Il personaggio è però intrigante e la giovane protagonista Iman Vellani simpatica e adatta al ruolo. Nota di merito alla colonna sonora, Ms. Marvel è uno dei pochi eroi del MCU ad avere un suo tema veramente riuscito, che cattura e carica appena lo si sente partire sullo sfondo delle azioni della giovane supereroina. Comunque è un po' un'occasione sprecata questa Ms. Marvel. Non che non sia bella, ma è un peccato che con tutto il potenziale a disposizione si sia poi incartata su sé stessa scadendo nella mediocrità per una buona metà degli episodi (una macchia che nemmeno il riuscito episodio finale, con tutti i suoi colpi di scene e rivelazioni, riesce a spazzare via). Tutto sommato, resta una serie godibile anche se, date le premesse, poteva essere molto di più e il personaggio non meritava questa qualità intermittente. Voto: 6,5

Only Murders in the Building (2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 12/12/2022 Qui - Giunta alla seconda stagione, Only Murders in the Building si conferma e si perfeziona. Ottima la scrittura dei personaggi ed in generale la sceneggiatura, che risulta essere uno dei punti forti della serie, oltre l'intrattenimento. Tecnicamente lo show continua a sorprendere per raffinatezza in estetica e sostanza, affrontando anche temi ed emozioni cari allo spettatore. La sfumatura crime vede un miglioramento, smussando alcune forzature viste nella prima stagione e riuscendo a concatenare colpi di scena inaspettati. La storia scorre molto velocemente, tra ironia, drammi e flashback. Conosciamo nuovi personaggi e impariamo ad apprezzare ancora di più quelli che già conoscevamo. La bravura di tutto il cast si vede episodio dopo episodio, stagione dopo stagione. Fra indizi e risate, guardare Only Murders in the Building diventa sempre più piacevole, e cresce l'attesa per la prossima stagione. Voto: 7

The Good Lord Bird - La storia di John Brown (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 12/12/2022 Qui - Un prodotto eccentrico, coerente nel non prendersi sul serio, coraggioso nel tono ironico ed irrisorio che sceglie di mantenere fino ad un riuscito finale. The Good Lord Bird (ingiustamente passata sottotraccia) è infatti una miniserie grottesca ed atipica (ma anche innovativa), che si svolge a ridosso della Guerra Civile Americana. Iperbolica in alcuni frangenti, troppo soporifera in altri, ha il suo vero punto di forza nella prestazione di Ethan Hawke, attore quanto mai versatile che dimostra sempre più la sua bravura. Buone la fotografia e anche la ricostruzione del periodo, non solo da un punto di vista dei costumi ma anche della mentalità dei vari personaggi (che sembrano essere usciti da Django Unchained). Che alcuni fatti narrati siano storici questo è fuori discussione, sulla ricostruzione qualche licenza di troppo. Un maggior rigore forse avrebbe giovato di più. Comunque, nel complesso non male. The Good Lord Bird racconta una bella storia, lancia messaggi potenti ma ha il grande pregio di non farsi divorare da questi ultimi, davvero tanta roba. Voto: 7

House of the Dragon (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 12/12/2022 Qui - Prequel di una serie che ha rivoluzionato il genere, che tra alti e bassi si è sempre contraddistinta (nonostante tutto, epica fu l'ultima stagione), che mantiene quell'aria piacevolmente malsana ma che non ha la forza innovativa dell'originale, assomigliando più a un'aggiunta sulle ali del precedente successo (in alcune scene sembrava di assistere a delle vecchie puntate di Uomini e Donne più che al prequel del Trono di Spade). Comunque, bisogna ammettere che si lascia vedere, grazie a una buona dose di violenza scaturita dai giochi di potere, dalle invidie e da una corsa al trono che non fa prigionieri. Ci sono più draghi, diversi uno dall'altro (mai stuzzicarne uno cinque volte più grosso del proprio) e i protagonisti fanno la loro parte. Nel complesso non male, ma ci si aspettava comunque di più, questa prima stagione lascia infatti molto a desiderare, va bene che sia solo un'introduzione, però nessuna battaglia nessun colpo di scena fino alla decima, troppo poco Goccia che fa traboccare il vaso. In ogni caso, e nonostante una certa sopravalutazione, serie da seguire. Voto: 7

Cobra Kai (5a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 12/12/2022 Qui - Una quinta stagione che presenta una caratteristica molto più corale, a volte dispersiva in personaggi e trame, a volta ripetitiva sempre negli stessi elementi nella fascinazione verso quel male incarnato da Silver il nuovo padrone del Cobra Kai, villain indovinato, cattivo fino al midollo senza se e senza ma. Indubbiamente è una serie che ha perso l'appeal iniziale delle prime due stagioni (quarta qui). L'approccio di dare a Johnny Lawrence il ruolo da protagonista si è perso. Vero anche il fatto che Johnny rimanga uno dei punti cardine della serie, ma di acqua passata sotto i ponti ne è passata tanta ed i momenti migliori della stagione portano molte volte il marchio del suo personaggio. Se mi si vuole passare il termine è una serie che, persa la novità dello spunto, si è "normalizzata", tuttavia non vuol dire che sia brutta. Mi è piaciuta molto la puntata finale: un tutti contro tutti dove il tasso di violenza si alza moltissimo. Un massacro su tutti i fronti dove il sangue non viene risparmiato ed è piuttosto inusuale per una serie del genere. Si aspetta la sesta e forse ultima stagione, per ora ripreso bene. Voto: 7

Big Hero 6 - La serie (3a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 12/12/2022 Qui - Sono rimasto un po' deluso da tutta questa (terza ed ultima) stagione, mi ero davvero divertito con le prime due, ma soprattutto con la prima. Non che il divertimento o l'intrattenimento manchi, però alcune scelte proprio non mi sono andate giù. Speravo che la seconda metà della seconda stagione fosse solo una crisi del secondo anno e che la terza stagione sarebbe stata scritta meglio, ma le mie speranze sono andate in fumo non appena ho scoperto che gli episodi erano stati divisi. Perché l'improvviso cambiamento di dividere gli episodi (in numero dimezzato rispetto agli altri capitoli) in 2 segmenti per la stagione finale? Così tante storie concentrate e non tutte allo stesso livello. In più, durante tutti gli ultimi due episodi, nessuno di questi ha davvero evocato una sensazione di "gran finale". Infine alcune sotto-trame rimangono irrisolte, penso insomma che di più si sarebbe potuto fare, e tuttavia bello il messaggio finale sulla famiglia, che in parte aggiustano il tiro maldestramente impostato per chiudere il cerchio, la storia, che spettacolo ha sempre e comunque regalato. Voto: 6-

mercoledì 16 novembre 2022

Midnight Mass (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/11/2022 Qui - Mike Flanagan è sicuramente un regista/sceneggiatore che ha molto da dire e che lo sa dire quasi sempre molto bene, anche in questo caso (ma meglio che nelle due stagioni di The Haunting, soprattutto la seconda) sforna una miniserie di grande qualità con aspetti tecnici sopra la media ed un soggetto-sceneggiatura tutt'altro che superficiale nonostante moltissime cose non siano per nulla originali, mescolare il sacro all'horror spruzzandoci dentro pure della scienza non è per nulla banale (il tutto ambientato in un'isola sperduta, dove non c'è scampo, ma dove le stelle sono bellissime). Bene il cast nella media con tante facce note se si segue Flanagan e le sue (precedenti) produzioni (Kate Siegel, la moglie, in primis). Peccato per le troppo cadute di ritmo con addirittura un paio di puntate a "rischio pisolino", davvero troppe e troppo lunghe certe sequenze di dialoghi filosofici (o religiosi di tracotante licenziosità), altra pecca il non volere osare un poco di più con l'horror e con la dose di emoglobina che male non avrebbe fatto. Imperfetta, talvolta incongruente, ma intrigante, ben fatta e ben interpretata. La visione non la si rimpiange (anche se non capisco come si faccia a prendere fischi per fiaschi in tal strano e quasi paradossale modo). Voto: 7-

Inventing Anna (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/11/2022 Qui - Sceneggiatura spumeggiante e briosa, volta a narrare (forse con troppa enfasi, agiografia che spunta inutilmente a tratti) le gesta della misteriosa Anna di cui proveranno a scoprire le origini sia giornalisti che polizia, con scarsi risultati. L'affascinante, giovanissima, truffatrice entrerà a gamba tesa nel bel mondo dell'élite newyorkese e il resto è storia, anzi, stampa e post virali. Chi è infatti Anna Delvey? Un quesito che trova presto risposta al punto che la miniserie, già breve, potrebbe durare la metà degli episodi (9 complessivi), viene invece dato spazio a personaggi di contorno spesso ininfluenti ai fini della trama oppure vengono ribadite situazioni senza una vera esigenza. La giornalista Vivian Kent/Anna Chlumsky dovrebbe essere la protagonista ma l'attenzione è focalizzata troppo sulla bella (e anche brava) Anna Sorokin/Julia Garner, così si percepisce un problema di equilibrio e priorità tra trama principale e sotto-trama, tuttavia la storia è interessante (l'interesse cresce con l'avanzare della storia e con l'incredulità che essa genera) e gli attori (seppur affatto somiglianti agli originali) bravi (protagonista adeguatamente antipatica). Nel complesso piacevole, nonostante fa rabbia che si parteggi per una criminale. Voto: 6+

Too Old to Die Young (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/11/2022 Qui - Purtroppo i tanti dubbi che sorgono dopo le tredici ore di questa miniserie sono rivolti alle promesse non mantenute. Too Old to Die Young (opera del controverso Nicolas Winding Refn, che David Lynch non è) viene soffocato dall'elevata quantità di spunti creativi mai veramente sviscerati o in conflitto tra loro per pessima gestione (l'esempio è l'introduzione improvvisa dell'elemento "magico" negli episodi conclusivi). In più la martellante ricerca estetica vanifica anche quei momenti in cui la violenza esplode nella sua macabra bellezza e dovrebbe rivelare le fondamenta di una metafora pessimista del presente. "Io ho tempo" ripete il detective, forse è consapevole che non gliene resta tanto, forse no, sta di fatto che lo spettatore deve impegnarsi per trovarne un quantitativo sufficiente al completamento ragionato di un lavoro così estenuante ed è per questo che, quando alla fine ne si smaschera una peccaminosa inconsistenza, a rimanere sono solo il ricordo di una splendida forma e di un fastidioso senso di noia (meglio comunque che The Neon Demon). Voto: 6

Pam & Tommy (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/11/2022 Qui - La storia del video erotico sottratto a Pamela Anderson e Tommy Lee e venduto su Internet alla fine degli anni '90. Una miniserie che inquadra molto bene i fatti nel loro contesto con un'ottima caratterizzazione ambientale che riguarda lo star system di quel periodo (con la tutela della privacy ancora molto carente) e nel contempo descrive la rivoluzione del web allora agli albori, con la sistematica, rapida e inarrestabile trasmissione delle informazioni prima impensabile e la facile (da allora in poi) fruizione di contenuti pornografici. La storia è comunque molto cinematografica (forse troppo, "spinta" tra l'altro eccessivamente), spesso (ma non sempre) appassionante (specialmente i primi e gli ultimi episodi), con un buon mix (quando funziona) tra dramma e humour. Notevole tutto il cast, irriconoscibili Lily James e Sebastian Stan, davvero ben truccati e calati nella parte (sempre simpatico Seth Rogen). Sembra invece inesistente il lavoro sulla colonna sonora: uno strano misto di musica anni '50 e grandi hit degli anni '80, con solo qualche assaggio del decennio qui protagonista. Diverse le licenze storiche ma i punti clou restano piuttosto veritieri, in ogni caso alla fine resta poco, vedibile ma comunque dimenticabile. Voto: 6+

The Beatles: Get Back (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/11/2022 Qui - Narrazione del progetto "Get back" che in un mese fornisce il materiale per l'album "Let it be". Tra le immagini inedite si assiste al processo creativo che da due note porta alla composizione di canzoni immortali, ravvicinate abbastanza per renderci davvero partecipi. Pur trattando la fine dei Beatles la magia è intatta e si avverte solo una stanchezza nella convivenza, perché il clima è costruttivo e disteso. Imperdibile per gli appassionati per approfondire la conoscenza dei quattro e il loro talento, humor, ego, e per guardare per intero il concerto epocale sul tetto della Apple. 468 minuti di puro godimento per i fan dei Fab Four, selezionati e montati da Peter Jackson (la cui fama registica non ha bisogno di presentazioni) spulciando fra 60 ore di filmati e oltre 150 di audio, e in questo senso sì, forse un po' lungo e pure stancante nonché quasi monotono, ma documento straordinario è questo, autentica storia. Voto: 8-

Obi-Wan Kenobi (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/11/2022 Qui - Dieci anni dopo le vicende de La vendetta dei Sith, Obi-Wan affronta una pericolosa missione per salvare la piccola principessa Leia rapita dall'impero allo scopo di stanarlo. Uno dei personaggi più amati della saga di George Lucas protagonista di una serie ambientata su diversi pianeti, a partire dallo storico Tatooine. Sebbene la vicenda sia lungi dall'essere originale o particolarmente coinvolgente, Obi Wan è un grande regalo ai fan di Star Wars. Curato nelle ambientazioni e negli effetti speciali, è un "ritorno a casa" di un personaggio che trova in Ewan McGregor il suo interprete ideale. Naturalmente i momenti più suggestivi sono le sequenze con Vader, ma non si disdegnano neppure le figure dell'Inquisitore e terza sorella (già intraviste in Star Wars Jedi: Fallen Order, gran gioco). Non assolutamente un capolavoro ma un buon prodotto curato, un prodotto non perfetto, anzi, ma comunque meritevole di visione. Voto: 6

Childhood's End (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/11/2022 Qui - Sono passati forse troppi anni (sviluppata nel 2015 e nel 2017 arrivata qui da noi) per apprezzarla adesso, ma questa miniserie televisiva statunitense tratta dal capolavoro fantascientifico di Arthur C. Clarke (conosciuto in Italia come Le guide del tramonto), male non è, anche se falcidiata dai temi molteplici insiti che qui vengono sviluppati in modi alquanto banali, ma a rendere il tutto più semplice troviamo uno stile registico cadenzato, che ci guida nella lenta marcia verso l'inesorabile finale. La trama è infatti rimaneggiata (in peggio) per soddisfare le esigenze degli standard (ancora) attuali e cioè: molta azione, poca spiegazione, necessità di un nemico da combattere. Molto efficace la realizzazione scenica degli alieni capeggiati dal serafico Karellen (Charles Dance) e certe scene in cui si respira un autentico sense of wonder. Finale di serie dolceamaro come nel romanzo. Passabile, ma si poteva fare di più. Voto: 6

Two Weeks to Live (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/11/2022 Qui - Sulla stessa falsariga di The End of the F***ing WorldTwo Weeks to Live è una black comedy breve e originale, con Maisie Williams come protagonista. Ed è proprio lei, con la sua presenza a rendere piacevole il tutto. Una (mini)serie tv ben fatta, ma che a tratti sembra avere poca anima, più attenta a creare le giuste situazioni divertenti che a sviluppare realmente la trama. La sensazione è infatti quella di trovarsi davanti a un esercizio creativo, né la parte comica, né quella thriller vengono portate avanti fino in fondo. In Two Weeks to Live difatti, tutto si muove su equilibri precari: non ci sono reali momenti tensivi, così come, mancano reali istanti comici tipici delle sit-com. Ci si diverte, ma dura il giusto per non "stroppiare". Però il cast, alcune felici scelte ironiche nei momenti topici degli action, lo stile inglese, rendono Two Weeks To Live un piacevole intrattenimento per chi apprezza questo mix, e questo basta. Voto: 6+

Landscapers - Un crimine quasi perfetto (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 16/11/2022 Qui - Miniserie HBO/Sky basata sulla storia vera di coniugi criminali britannici che nel 1998 realizzano e occultano l'omicidio dei genitori di lei, fuggendo poi in Francia finché non vengono, dopo un decennio, sgamati, processati e condannati. Il fatto di cronaca in se stesso è quasi banale, ma non lo è affatto il modo con cui viene raccontato utilizzando un ventaglio di tecniche di ripresa e stili differenti e variando i toni dal grottesco al tenero. Il risultato è  originale, spiazzante, ricco di sequenze visivamente affascinanti (il tema meta-cinematografico, introdotto dalla cinefilia variamente declinata dei due protagonisti, viene infatti usato con perizia e originalità dal regista), illuminato dalle eccezionali prove di Olivia Colman e David Thewlis. Una storia vera reimmaginata con grandissima abilità, che non entusiasma ma che resta discretamente impressa. Voto: 7

giovedì 20 ottobre 2022

Bang Bang Baby (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2022 Qui - Per creare una serie come questa servono coraggio e spirito visionario, perché condire una vera storia di 'ndrangheta ed oscuro coming of age con punte di trash mai viste, riuscendo comunque ad ottenere un risultato coerente e sofisticato non è cosa da tutti, e impressiona. Bang Bang Baby infatti, è davvero un crime drama tanto difficile da definire quanto godibile per le sorprese che riserva. Un po' coming of age e un po' thriller, questa serie originale miscela sfumature da black comedy in un racconto insieme suggestivo e inquietante e sempre sopra le righe. Femministe con la maschera di CicciolinaPac-Man, fast food d'oltreoceano, tradimenti mortali e classe operaia coesistono in una Italia anni '80 fatta di neon, acconciatore pompate e George MichaelBang Bang Baby raccontando la surreale epopea della giovane protagonista, non può non essere apprezzata anche per il suo tentativo di essere un prodotto italiano in grado di farsi spazio nel mondo. In questo mix di toni e di influenze si inseriscono egregiamente anche gli interpreti che, dalla giovanissima Arianna Becheroni, ai più esperti Lucia Mascino e Andrea Giannini, fino ad arrivare a Dora Romano, che interpreta una nonna Lina capocosca, conferiscono credibilità e respiro ai personaggi all'interno di un racconto ricco di ritmo e in continuo movimento. Certo non tutto è perfetto ed alcune scelte non mi sono piaciute (narrative in certi frangenti, ma quanto è irritante l'amico gay della protagonista?) però alla fine quello che ne esce è davvero sorprendente oltreché eccezionale. Voto: 8-

Love, Death & Robots (3a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2022 Qui - Dopo una seconda stagione deludente in gran parte, ecco la terza, che si rivela (fortunatamente) in crescita rispetto alla scorsa, seppur essa non è priva di difetti. Altri nove episodi che continuano ad affrontare il tema di un futuro sconvolto e imbarbarito, visto da angolazioni diverse, da quella più ironica e scherzosa ("Tre robot", fantastico sequel dal primo volume, "La notte dei minimorti", "Mason e i ratti" e "Morte allo squadrone della morte") ad altre più impegnate e concentrate sulla drammaticità di una sopravvivenza più o meno possibile. Sempre strabilianti le tecniche di animazione, sia quelle più lineari ("La pulsazione della macchina") che quelle che sfruttano al massimo le risorse del digitale, tra queste ultime emerge per la lussureggiante e stroboscopica narrazione e per la minuziosa cura del suono, l'episodio finale "Jibaro" di Mielgo, un'esperienza che colpisce a tutto tondo e fa riflettere sull'enorme potenziale espressivo dell'era digitale. In questo senso non tutte sono completamente riuscite come quest'ultima storia, se abbiamo infatti dei picchi di qualità presentati da alcuni episodi (compreso "Un brutto viaggio", diretto nientemeno che da David Fincher, finora solo produttore), dall'altra abbiamo alcuni decisamente inferiori rispetto al resto degli episodi citati, parlo soprattutto di "Sciame" e "Sepolti in sale e volta", episodi che soffrono per una ridondanza di temi e per scelte stilistiche non appropriate e poco coraggiose. Comunque il giudizio complessivo di questa nuova stagione di Love, Death & Robots è decisamente buono. Voto: 6,5

Moon Knight (Miniserie)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2022 Qui - Un timido commesso londinese possiede una doppia personalità: l'altra rappresenta l'avatar di una divinità egiziana che serve sotto forma del vigilante notturno Moon Knight. Uno dei personaggi Marvel meno conosciuti (da me totalmente) protagonista di una (mini)serie a metà tra il film di spionaggio e il classico "superhero movie" con continui rimandi alla mitologia egiziana. Molto affascinante visivamente (personalmente poi mi ha sempre ammaliato la cultura egizia e dintorni) e segnato dalle buone prove di Oscar Isaac ed Ethan Hawke, la serie ha un limite nella complessità (e talora confusione) di una storia troppo ricca di eventi. La partenza è intrigante, e nonostante una quantità notevole di informazioni da elaborare e ricordare, la curiosità dello spettatore viene stuzzicata. Poi però appare chiaro che più di tanto non si potrà ottenere, a parte gli scambi verbali (e non solo) tra i "due", che se non altro daranno un perché al tutto. E anche con l'arrivo della pseudo spiegazione, con tanto di percorso reale e non che porterà il protagonista a una sorta di epifania, sarà inevitabile constatare una certa confusione nella sceneggiatura, con la conferma che la storia in sé alla fine (e di conseguenza la miniserie) non è niente di che. Voto: 6

Billions (5a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2022 Qui - Anche Billions ha subito l'onta della pandemia, e non poteva essere altrimenti, ma l'interruzione forzata ovviamente superata non ha comunque impedito alla show di continuare a prosperare, anche se bisogna ammettere che in questa quinta stagione il "fattore grinta" (brillantemente guadagnato dalle e nelle stagioni scorse, compresa la quarta) un po' si perde. La quinta stagione, che gli effetti del covid subisce, visibili da metà stagione in poi nella sceneggiatura (in questo senso, anche se causa non è dato sapere, vedere Paul Giamatti così drasticamente dimagrito è stato quasi uno shock) è divertente, ma non è priva di difetti. Corey Stoll è impressionante come nuovo membro del cast ricorrente per questa stagione (e sicuramente della prossima, vista l'uscita già preventivata anche per questioni personali di Damian Lewis), ma l'accumulo del suo personaggio è piuttosto stancante, eppure la marcia in più la fornisce proprio lui. I nuovi personaggi interpretati da Frank Grillo e Julianna Margulies, danno allo show più profondità, ma significa anche sacrificare (troppo) alcuni personaggi secondari, che lo show riesce anche a renderli, in certi casi, (incomprensibilmente) insensibili. Nel complesso, la quinta stagione di Billions è divertente, supportata da una recitazione e una produzione sempre buona. E mentre lo spettacolo si sta muovendo rapidamente in una nuova direzione, con l'allontanamento dell'attore protagonista Damian Lewis, ci si aspetta che lo stesso ritrovi (sceneggiatori premettendo) un po' di grinta e solidità perduta. Voto: 6,5

Halo (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2022 Qui - Tratta da un noto videogioco (anche chi non è particolarmente attento o appassionato dell'universo videoludico conosce Halo, un franchise che di quel mondo ha fatto la storia, a cui tuttavia non ho mai giocato a nessun gioco della saga), la serie (di cui storia tra l'altro cambia abbastanza radicalmente) riesce se non altro a disegnare alcuni personaggi in maniera abbastanza interessante, su tutti la scienziata disgustata dalla lentezza evolutiva della sua specie e la ragazza prelevata e "adottata" dai Covenant. Meno sopportabile, invece, è la ribelle sul pianeta simil Dune. Oltre agli alieni, anche colui che si occupa dei ribelli, seppur tendente al caricaturale, non è male. Nel complesso sufficiente (perché se il lavoro estetico generale è riuscito, la resa dei personaggi e dell'intreccio non tanto), certamente ci si aspettava di più da una produzione la cui scommessa era da far tremare i polsi fin dalla sua ideazione, e per adesso non si può certo dire vinta: neanche persa, però, solo sospesa (eppure Arcane c'è riuscita alla grandissima), ma potrebbe risultare letale portarlo troppo avanti. Voto: 6

L'assistente di volo - The Flight Attendant (2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 20/11/2022 Qui - Come nei migliori prodotti, L'assistente di volo sfrutta la seconda occasione offerta da questa nuova stagione, che parte da premesse ancora più iperboliche, ma stranamente convincenti, che si conferma un nuovo thriller frenetico e spensierato in cui, ancora una volta, il mistero da risolvere è Cassie (una Kaley Cuoco ancora più a fuoco e sicura del ruolo), per prendere il meglio dei primi otto episodi e costruirci attorno una storia che indaga, in tono comedy, i temi della dipendenza, della salute mentale e dei traumi, con ironia e intelligenza. L'assistente di volo 2 è infatti una versione più elaborata, complessa e matura rispetto al proprio debutto, pur conservandone tutti quei punti di forza che hanno reso la serie sempre coinvolgente: la regia, il montaggio, la dimensione surreale, i colpi di scena e, soprattutto, lo spessore emotivo. Essa affronta la bellezza dei primi capitoli a testa alta, non deludendo le aspettative e, anzi, donando una storia altrettanto avvincente e appassionante. Il problema è la ridondanza, che gli fa perdere dei punti, ma non troppi. Voto: 6,5

giovedì 22 settembre 2022

Flash (5a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/09/2022 Qui - La quinta stagione di The Flash riparte dalle poco convincenti ultime stagioni (la quarta qui), con l'obiettivo di rialzare la qualità di uno show, in verità, caratterizzato da un forte calo qualitativo. Grazie alla presenza di un villain molto più interessante, l'obiettivo della truppa di Greg Berlanti può dirsi in parte riuscito, ma siamo comunque lontani da una vera e propria ripresa a tutto tondo. I 22 episodi che compongono la stagione alternano ancora una volta lunghi periodi di buio totale a sporadici picchi qualitativi, in modo fin troppo disomogeneo (la sottotrama di Nora interessante all'inizio, ma poi alla lunga stanca, per non parlare dei tanti, fastidiosi, atti di stupidità da parte del Team Flash che, va bene la sospensione dell'incredulità, però passarci sopra è difficile). Per fortuna, comunque, a risollevare parecchio le sorti dello show ci hanno pensato gli ultimi episodi, qualitativamente nettamente superiori al resto e capaci di anticipare avvenimenti molto interessanti (e alquanto drammatici) per il futuro. Non resta, dunque, che attendere la prossima stagione per saperne di più. Voto: 5,5

Riviera (3a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/09/2022 Qui - E' tutta un'altra storia, ma non è detto sia cosa buona e giusta. Sono rimasto un po' sorpreso dal fatto che abbiano realizzato una trama completamente diversa, ero confuso dove stavano andando...a sbattere. L'ultima (per fortuna) stagione di questa serie infatti, che probabilmente avrebbe già dovuto essere cancellata ormai, che riparte con metà del cast originale e per questo lascia un po' infreddoliti (ma potevano anche sostituire Julia Stiles che non si notava comunque la differenza), passa dall'essere un dramma ambientato nel cuore di una famiglia corrotta sulla Costa Azzurra a un thriller cospirativo argentino. Roba che, visti i risultati non soddisfacenti delle passate stagioni e di una seconda ancor più frustrante, poteva rivelarsi una soluzione vincente, e invece niente di tutto ciò, perché mentre la terza stagione caratterizza luoghi e costumi glamour, nonché pistole e sequenze di inseguimenti, si rimane seriamente impressionati, ma negativamente, da quello che su schermo avviene e si vede. Istituti psichiatrici, magheggi politici e sperimentazione da fantascienza, roba tanto strana nel mood di serie (e soprattutto banale nello script) che solo fino ad un certo punto si può sopportare. Rimane la sigla, con annessa canzone, la punta di diamante della serie, mentre della terza stagione è lodevole solo la chiusura della "nuova" storia, ma per il resto l'ennesimo buco nell'acqua (di Saint-Tropez). Voto: 5

A Discovery of Witches (3a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/09/2022 Qui - Già detto del fascino misterioso di A Discovery of Witches, del suo essere imperfetta e allo stesso tempo attrattiva, delle sue manchevolezze e della sua ordinarietà, ma anche di quello strano charme che ha saputo esercitare sullo spettatore una certa curiosità. Viaggi nel tempo, discriminazione razziale, lotte di potere sono soltanto alcuni dei tantissimi temi che la serie propone fin dalla prima stagione. La stagione conclusiva, tra alti e (molti) bassi, chiude il cerchio della storia, nonostante le modalità siano state molto rapide e sbrigative. L'ultima stagione soffre della mancanza di 3 episodi: a differenza delle stagioni precedenti (qui la recensione della seconda), la terza è composta da soli 7 capitoli e non dai classici 10. Questa defezione si manifesta con prepotenza nella fase conclusiva della serie attraverso una sceneggiatura affrettata e diversi tagli evidenti. Dopo tre stagioni di pathos crescente, il climax degli episodi finali non conduce infatti ad un momento di massima tensione, ma al contrario si affloscia su se stesso, facendo perdere alla storia la forza fino a quel momento acquisita. Un aspetto positivo della terza stagione riguarda la componente visiva (CGI potenziata), da segnalare è anche la sempre crostante atmosfera magica che avvolge la serie (ambientazioni alquanto suggestive). Peccato che queste migliorie non siano sufficienti per salvare una terza stagione (la più breve, la meno riuscita, e certamente la più debole) che pecca di mancato approfondimento nello sviluppo della trama. Alla fine è come se avessi (malauguratamente) visto un nuovo (ma più adulto) capitolo di Twilight, e non era assolutamente quello che speravo, credevo e/o immaginavo di voler vedere. Voto: 5

Arcane (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/09/2022 Qui - Non ho mai giocato a League of Legends, ma, informandomi qui e là, mi pare che, tolti alcuni dettagli d'ambiente, la serie tv (distribuita su Netflix) sia abbastanza indipendente dal videogioco. E in questo senso che gran lavoro hanno fatto, perché questa è probabilmente la più convincente trasposizione filmata tratta da un videogioco, ampiamente fruibile anche al di fuori del circuito degli appassionati. Una serie curatissima non solo nel mai abbastanza lodato comparto grafico (siamo davvero allo stato dell'arte per design dei personaggi, sfondi, tecnica di animazione) ma anche nella storia avvincente e nella caratterizzazione dei numerosi personaggi che trovano tutti una loro ragione di essere. La Storia infatti insegna (a parte rarissime eccezioni) che la qualità non è facile quando il punto di partenza è il videogioco, ma qui siamo all'assoluta eccellenza. Arcane è anzitutto estetica: un uso dei colori magistrale che si abbina ad animazioni eccellenti, a impreziosire un contesto steampunk ricco di dettagli e sfumature. 9 episodi in 3 atti per una serie di vicende con un decorso frammentato che non cede neppure sotto il profilo della scrittura: ciascuno dei personaggi è arricchito da un afflato drammatico che non si dimentica e si lascia gustare perfettamente anche in età adulta. La sigla è potente: apprezzo particolarmente gli Imagine Dragons, e la canzone originale della sigla, Enemy, calza come un guanto al mood generale, anzi di più, ad essere adeguata è l'intera colonna sonora, strumentale e non. Benché affatto innovativa (nelle premesse narrative quanto nella caratterizzazione estetica), una serie davvero unica, eccezionale veramente. Non vedo l'ora di vedere come continua, la conferma fortunatamente c'è. Voto: 8

Curon (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/09/2022 Qui - L'ennesima conferma che di assoluto nel mondo c'è ben poco, perché ciascuno di noi può avere una reazione diversa a quello che si trova a guardare e può essere influenzato da pregiudizi di vario tipo. E allora l'unico modo per farsi largo nelle profondità dei cataloghi è quella di trovare "voci di fiducia" cui affidarsi come guida, sempre cercando il più possibile di provare in prima persona. Curon (prima produzione italiana Netflix) è una serie complessivamente mediocre ma che ottiene l'obiettivo di intrattenere, e di questi tempi non è poco. Le aspettative erano alte e le carte in tavola perché si rivelasse una discreta serie per gli appassionati del thriller con venature horror c'erano tutte, eppure il risultato finale non è stato tanto convincente come speravo o credevo. Non che sia rimasto deluso, però probabilmente poteva essere gestita meglio. Il problema è più nella sceneggiatura e nella recitazione, a volte esasperata, che nella regia e nella fotografia, con una messa in scena che complice la location suggestiva funziona, pur rimanendo in superficie. Personalmente non mi è (troppo) dispiaciuta, perché appunto, nonostante i difetti, riesce comunque a farti trattenere il fiato e a proseguire nella visione. Nei limiti la storia mi ha infatti preso, non originalissima (però almeno diversa dai canoni tradizionali italiani), ma ben accettabile, anche se resta l'amaro in bocca per quello che poteva essere e non è stato. Voto: 6

The Blacklist (7a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/09/2022 Qui - Per la maggior parte della settima stagione di The Blacklist (rispolverato un po' a caso quest'anno dopo anni dalla sesta stagione) è stata molto buona fino a quando non si arriva agli ultimi episodi, decisamente un po' noiosi. L'episodio finale di questa di certo non ultima stagione è stato un po' deludente. Passare avanti e indietro in uno stato di animazione alquanto orribile ha sminuito l'intera serie, sì, il COVID19 è (stato) un problema, ma l'ultimo episodio avrebbe dovuto essere lasciato per la stagione successiva, ciò avrebbe garantito l'imminente arrivo della stagione 8 e un migliore utilizzo dell'episodio per onorare la morte del nonno di Elizabeth (Brian Dennehy), per non parlare che quest'ultima sta iniziando ad essere fastidiosa. L'abbraccio al "potere malvagio" che si prospetta potrebbe aiutarla, o forse no, il gas in ogni caso sembra comunque pian piano finendo (il mistero su Red sembrava essere svelato, però così non parrebbe essere, anzi, raddoppia con la madre di Liz, quest'ultima divisa su chi sta dicendo la verità, perciò anche basta tutti questi misteri), ma si vedrà poi. Voto: 5,5

Undone (2a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/09/2022 Qui - Dopo aver convinto pubblico (e quindi anche me) e critica sia per lo splendido (ma non perfetto) impianto artistico che per l'intelligente (ma non perfetta) linea di narrazione che miscela la dimensione onirica e quella reale, alla sua seconda stagione Undone si colloca a metà tra prequel e sequel svelando un interessante racconto sulla fallibilità dell'essere umano e sull'accettazione del lutto. Se la prima stagione di Undone aveva espresso al meglio le proprie potenzialità sfruttando con dovizia l'elemento sci-fi, questa seconda lo adopera principalmente come mezzo per raccontare un tessuto familiare tanto comune quanto composito. Nel complesso la seconda stagione di Undone è migliore della prima (o almeno all'altezza) perché più concentrata verso la meta. Per arrivare a ciò cede sull'originalità, tanto che potrebbe anche essere descritta come un Inception in rotoscope, ma tiene duro sulla qualità delle interpretazioni e sulla capacità di coinvolgere. Nel suo piccolo infatti, Undone riesce a giocare con linee temporali alternative senza perdere il suo nucleo fondante, ma, anzi, rafforzando l'idea che tutti gli esseri sono collegati, che ogni singolo sia il tutto. In quest'ottica il finale si apre a più interpretazioni e potrebbe essere la degna conclusione di una serie che non delude dall'inizio alla fine. Certo i quesiti senza risposta ci sono e potrebbero aprire la strada a nuove stagioni, ma un finale aperto e criptico, con diverse letture mi sembra in perfetta sintonia col mistero e l'incompletezza che richiama il titolo. Voto: 7

DuckTales (3a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/09/2022 Qui - Così finisce, dopo 4-5 anni di scivoli sull'ottovolante, di avventure in ogni angolo del globo alla ricerca dei tesori più incredibili e dopo aver affrontato, fra le altre, le insidie di streghe, alieni e terroristi globali, DuckTales, la strepitosa serie Disney re-immaginata da Francisco Angones e Matt Youngberg nel 2017. Le prime due stagioni avevano stabilito il riavvio dell'amata serie animata ed avevano introdotto la versione moderna di Paperon de Paperoni e la famiglia dei paperi, ma la terza stagione è davvero il punto in cui la nuova visione della serie (preferita dai fan) decolla. In un continuo gioco di citazioni all'opera di Carl Barks e all'atto d'amore del suo fan più eccellente, Don Rosa, gli sviluppatori mettono al bando ogni remora e riscrivono "La Storia" (fantastici i cameo di Pippo o Paperina per dirne alcuni). Dewey, Huey e Louie hanno finalmente delle personalità completamente differenti (anche se si scherza sul fatto che tutti li distinguono solo per il colore della maglietta), e si scopre una volta per tutte chi sia la loro mamma, la strepitosa Della Duck. In DuckTales gli autori hanno risposto a tantissime delle domande che ci eravamo sempre tutti chiesti, ma soprattutto sono riusciti a trasmettere allo spettatore la dimensione eroico-avventurosa di Scrooge McDuck e di Donald Duck. Il finale di serie prende davvero tutto (il meglio) dalla serie e lo lega in un bel fiocco, chiudendo la sua corsa con il botto, con un finale epico (ma non ci si aspettava di meno, visti i precedenti), della durata di oltre un'ora. E' un peccato vederlo andare definitivamente, è stato un po' uno shock infatti sentire che la terza stagione sarebbe stata l'ultima avventura, ma sono grato per la corsa sfrenata ottenuta. Voto: 7

American Horror Story: Double Feature (10a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 23/09/2022 Qui - Dopo dieci stagioni la stanchezza inizia a farsi sentire tra i fotogrammi di questa serie e, credetemi, mi dispiace dirlo (passi la nona stagione solo per gli anni '80). Stavolta si divide in due e stante le trame è una scelta tanto saggia quanto forzata: entrambe le storie non ce la avrebbero fatta a reggere una intera serie (forse inserirle nelle Stories, diluendole, sarebbe stato meglio), ma procediamo per ordine. Red Tide, ancora si parla di vampiri? Ma davvero? Ok, in questo caso si tenta di far vedere i succhiasangue sotto una luce nuova ed alcune idee originali ci sono, ma non bastano per svecchiare un argomento trito e ritrito. Fa piacere rivedere l'ex bambino terribile Macaulay Culkin, ma se ci pensa un attimo ci si accorge che la storia sarebbe andata avanti lo stesso senza il suo personaggio e quello interpretato da Sarah Paulson. Death Valley, per la prima volta in AHS si affronta apertamente il tema degli alieni ed è spassoso vedere come gli sceneggiatori si siano divertiti a giocare con la storia americana dagli anni '50 ad oggi e non mancano momenti inquietanti, ma la tutta la parte ambientata in tempi odierni è a dir poco scialba, con quei quattro ragazzetti davvero odiosi ed un finale banalissimo. Insomma al netto del sangue che scorre a fiumi anche questa serie si rivela molto meno politicamente scorretta di quello che vorrebbe far credere. Non la peggiore, ma la inserisco tra le stagioni no. Voto: 5,5

venerdì 26 agosto 2022

Stranger Things (4a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/08/2022 Qui - La quarta stagione di Stranger Things segna un distacco deciso dalle tre precedenti, sia in termini produttivi che di ambizione, proponendosi di esplorare le oscure origini del Sottosopra grazie ad un impianto scenico che nemmeno trova termini di paragone in altre produzioni seriali, tanto è elevata la caratura della sua computer grafica. Se la messa in scena si rivela capace di compiere svariati passi avanti rispetto al passato (comunque ottimo) della serie, lo stesso non si può dire della profondità del racconto, con una sceneggiatura che non sembra in grado di tenere le redini di diverse linee narrative separate dalla distanza, dai temi e dall'età dei suoi protagonisti. Il gonfiare a dismisura la tradizione fittizia che permea il Sottosopra rischia di esplodere nell'inconcludenza di aggiunte continue e sempre più grandi, ma per il momento l'ordito tiene botta e regala agli spettatori una stagione comunque all'altezza, nonostante sia distante dalla storica prima, sempre più lontana nel suo guscio di originalità, franchezza e nostalgia, ed ancora più distante dalla terza, che era davvero, seppur di più, spettacolare. La quarta stagione è stata nel complesso quella maggiormente rivelatoria, ma è stata anche transitoria e preparatoria: tirare nuovamente le fila in un unico ambiente gioverà senz'altro in termini di qualità per lo scontro finale con il Sottosopra, che vedremo nella quinta e ultima stagione, per la quale dovremo probabilmente aspettare fino alla fine del 2023. Ma intanto, tornando a questa stagione, mi è piaciuta la virata horror, con una evidente e apprezzabilissima ispirazione a Nightmare, tant'è che c’è anche un piccolo cameo di Robert Englund (lo storico interprete di Freddy Krueger), convincenti i nuovi ingressi, lodevole l'uso delle musiche (e di una in particolare), riuscito il villain, forse ripetitivo lo script e la durata è eccessiva, però che scarica di adrenalina, che bellezza! Voto: 8

Just Beyond (1a stagione)

Recensione pubblicata su Pietro Saba World il 26/08/2022 Qui - Brevi storie di paura, nella serie targata Disney Plus ispirata ai racconti di R. L. Stine, in cui vengono affrontati diversi temi legati ai più disparati tipi di paura, rispetto a quelli proposti da Piccoli Brividi. Sfruttando i generi dell'horror, della fantascienza e del paranormale attraverso otto storie antologiche, la serie racconta infatti con profondità e tatto le difficoltà degli adolescenti di oggi nel rapportarsi con gli adulti e con se stessi, mentre affrontano l'avventura più spaventosa di tutte: crescere. Gli episodi di Just Beyond non sono difatti cortometraggi horror con l'intenzione più pura di spaventare gli spettatori o di insinuargli un senso di angoscia, ma preferisce di gran lunga far riflettere su ciò che incombe sui ragazzi per dargli uno stimolo a crescere e a non essere terrorizzati dall'essere adolescenti. Ogni episodio esplora un mondo e un cast di personaggi diversi. Il fil rouge del progetto è senza dubbio il sovrannaturale: magia, tinte horror e fantasy caratterizzano l'intera stagione. Tra episodi meglio riusciti ed alcuni decisamente discutibili, una serie che riporta alle mente i prodotti consolidati del vecchio canale Disney Channel e traspone sul piccolo schermo la graphic novel di R.L. Stine. In questo senso Just Beyond è un prodotto che rispetta i toni tipici del suo creatore, ma che non brilla particolarmente per originalità. Nonostante questo è una serie per ragazzi che intrattiene e che dimostra nel corso dei suoi episodi una buona qualità tecnica. Una serie forse più adatta ad Halloween ma usufruibile sempre, e comunque carina ma niente di più. Voto: 6